4 Dicembre 2024

Benvenuti in un viaggio straordinario attraverso le pagine incantate dell’immaginazione, dove le parole si trasformano in incantesimi e le storie si svelano come portali per mondi fantastici. In questa intervista affascinante, ci immergeremo nel cuore creativo della scrittrice Cristina Mora, una “maestra” dell’arte fantasy che ha intessuto trame magiche e intrecci epici nelle sue opere. Dall’origine delle sue ispirazioni ai segreti dietro la costruzione di mondi intricati, esploreremo le profondità della sua mente creativa, scoprendo il potere delle parole nel plasmare realtà inimmaginabili. Accompagnateci in questa avventura letteraria mentre Cristina Mora ci svela i segreti dietro la sua magia narrativa e ci guida attraverso i confini dell’incredibile.

1. Come hai sviluppato l’idea di “La ragazza e il cavaliere”? C’erano ispirazioni specifiche o eventi che hanno dato vita a questa trama fantasy?

Grazie ad Adriano Angelini Sut, editor di “Penna rigata”. L’ispirazione penso sia stata data da tutti i cartoni animati Disney visti nell’infanzia. Avevo in mente la scena di questa ragazza che danzava nei boschi lodando il Suo Dio.

2. Il regno in cui è ambientato il libro, Shadowland, è descritto come afflitto da mostri, ombre e povertà. Qual è il significato simbolico di questo scenario e come si riflette nella storia?

Shadowland è come i due reggenti hanno ridotto il regno una volta fiorente. È come diventa il nostro cuore senza la Vera Luce di Dio, che nel libro, un po’ come ha fatto C.S.Lewis nelle Cronache di Narnia è rappresentato dal “Gran Re”, un leone dal pelo d’oro. La protagonista dovrà, per l’appunto riportare il regno agli “antichi splendori”.

3. Kaylye, la protagonista diciannovenne, nasconde dei segreti pericolosi. Senza rivelare troppo, cosa può dirci sulle abilità di Kaylye e come queste influenzano la trama?

I suoi sono doni conferitole per diritto di nascita per via di una promessa fatta dal suo Dio, il Gran Re ai suoi genitori. I suoi poteri sono fondamentali soprattutto verso la fine, senza quelle abilità in molte occasioni avrebbe decretato la morte di vari amici ed alleati.

4. Le Gare d’Inverno sono presentate come un’opportunità unica per Kaylye di cambiare la vita del suo villaggio. Qual è il contesto di queste gare e in che modo influiscono sul destino dei personaggi?

Il contesto sono dei “giochi” pericolosi in un’arena medievale che trae spunto da ben altri e tristi giochi, quelli dei gladiatori. Le Gare d’inverno provocheranno cicatrici ma anche lì renderà più forti e famosi.

5. La relazione tra Kaylye e il ragazzo che le rende la vita più bella è un elemento chiave della trama. In che modo sviluppi questa relazione nel corso della storia?

I due dovranno imparare ad aspettare (Aron) e Kaylye, invece, a lasciarsi amare. La loro relazione si sviluppa grazie al famoso trope “forced proximity”, ovvero lo zio di lei affida Aron alle sue cure quindi direi che è grazie alle abilità di cura con piante ed erbe medicinali che i due si avvicinano.

6. Kaylye si trova di fronte a una scelta impulsiva che la condurrà verso un’avventura pericolosa. Senza svelare troppo, come cambia il suo percorso a causa di questa decisione?

Lei diventa meno tesa e man mano impara a lasciarsi amare ed accetta la sorte che ha in serbo per lei il Gran Re.

7. La Corte Reale è presentata come un mondo raffinato a cui Kaylye accede. Come si adatta Kaylye a questo ambiente e quali sfide affronta nella Corte?

Lei forse non si adatta in questo romanzo ma ci si avvicina grazie alle feste, nelle quali lascia sempre tutti a bocca aperta per via della sua bellezza e bravura nel ballo. Affronta la sfida di essere meno diretta nel parlare ed imparare a fidarsi di perfetti sconosciuti (i due principi che la avvicinano e si offrono come alleati).

8. Il carattere ribelle e indomito di Kaylye, acquisito vivendo tra i boschi, si scontra con il mondo sofisticato della Corte Reale. Come affronta Kaylye le sfide di questa dicotomia?

Lei continua a mantenere diretta la sua lingua e stabilisce subito la sua linea di governo.

9. Senza rivelare spoiler, cosa puoi dirci sulle rivelazioni che Kaylye fa sulla sua vera identità, sulla sua famiglia e sulle sue origini?

Lei in realtà non ne fa, le vengono rivelate dal suo Dio e da un’ altra persona.

10. L’amore, il coraggio, la bontà e la fede sono temi chiave del tuo libro. In che modo si sviluppano questi temi nel corso della storia e come influenzano il percorso di Kaylye?

L’amore è fondamentale affinché lei vinca; si snoda nel rapporto Aron e Kay; così come il coraggio, che dovranno tirare fuori nel Circolo ma anche contro il serpente marino o la strega… la bontà è sviluppata nel perdonare intorti subiti, in un’occasione in particolare in cui lei fa una scelta in particolare verso i due reggenti e la fede, senza la quale nemmeno l’armatura che i buoni usano compare su di loro, è più fondamentale di tutto; l’ho sviluppata partendo dal presupposto che, se il Gran Re ha promesso una certa cosa sarà fedele in ciò che ha detto.

11. Ci sono elementi del personaggio Kaylye che rispecchiano aspetti della tua personalità o esperienze personali?

Sì. La sua voglia di cambiare vita, sopravvivere, essere importante a livello emotivo per qualcuno, vincere le battute sfide che si presentano, avere più coraggio, bontà e fede.

12. Qual è il messaggio principale che speravi di trasmettere ai lettori attraverso “La ragazza e il cavaliere”?

Che l’amore, la bontà, la fede ed il coraggio vincono su ogni sfida e “mostro” emotivo che si presenta alla nostra mente.

13. Quali sono i tuoi progetti futuri come scrittrice?

Ho vari progetti, il sequel di questo romanzo, racconti Spin – off, vari prequel sempre ambientati nel Worldbuilding Prayseland, che è la terra così come il Gran Re l’ha immaginata

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